A 18 o a 20 squadre cambia poco. Sono i presupposti ad essere sbagliati, non il numero di squadre.
La serie A non attira perchè il prodotto serie A non è appetibile per tutta una serie di ragioni. La divisione dei proventi non è equa e quindi manca una vera competizione tra le squadre che partecipano al torneo. Del resto è difficile mettere in piedi una squadra competitiva, ad esempio, con 20 milioni di euro sapendo che devi affrontare squadre che hanno un budget dieci volte superiore.
Divisione dei denari a parte, è proprio il "sistema" serie A ad essere poco credibile, con un gruppo di potere che comanda e si spartisce tutto ed un altro gruppo (quello degli utili idioti) che regge il moccolo al primo facendogli fare le plusvalenze, prendendone in prestito i calciatori, regalando punti a chi di dovere, votando tutti i provvedimenti che vengono proposti.
Tutto questo con la connivenza di arbitri, giornalisti e federazione, autentiche marionette che, con grande sprezzo del ridicolo, cancellano registrazioni audio, manovrano provette dell'antidoping, fanno finta di credere che Suarez volesse a tutti i costi diventare italiano, etc etc.
In questo mondo 18, 20 o 44 squadre cambia poco. Impostata su questo sistema simil mafioso, la Serie A non piace oggi - a Sky le disdetta superano i nuovi abbonati da due anni - e non piacerà domani. Le risate dei commentatori inglesi o tedeschi alle partite del nostro campionato (ahahahaha....now we are waiting for a penalty...con il penalty che puntualmente arriva) la dicono lunga sul livello di considerazione che ha all'estero un torneo come il nostro. I tedeschi, ingiustamente odiati da Sciacallo, e gli inglesi hanno fatto autentici capolavori ed ora ne raccolgono i frutti a tutti i livelli. Noi siamo troppo stupidi per prendere esempio da loro.
Non lo abbiamo fatto prima per motivi più seri, figuriamoci ora. |