Ho letto le opinioni fin qui espresse inerenti la figura di Antonio Conte, trovandole tutte molto interessanti e piene di spunti di riflessione, a prescindere da quanto si sia d’accordo o meno sulle varie “teorie” in merito. Personalmente credo che non si possa criticare nulla dell’uomo Antonio Conte, mentre è lecito disquisire su certe “reazioni”, allorquando ha affrontato il Lecce, riconducibili ad una eccessiva “fedeltà ” del professionista alle società che profumatamente lo pagavano (esultanza “smodata” da giocatore della Juve al Via del Mare) e lo pagano (esultanza “smodata” da allenatore dell’Inter a San Siro), che sicuramente avrebbe potuto evitare senza per questo incorrere nel rischio di dimostrare incoerenza aziendalista (tant’è che quando domenica scorsa ha segnato Bastoni non ha esultato per niente, ciononostante non sembrerebbe aver perso credibilità nei confronti di Marotta e Co.). Aldilà di tali atteggiamenti (ripeto, discutibili quanto si vuole in termini professionali ma mai sotto l’aspetto umano), aldilà anche della parentesi da allenatore del Bari (considerata “colpa” solo dai tifosi più stupidamente estremisti, gli stessi che però non hanno mai avuto nulla da ridire, per esempio, a Gigi Garzya), va detto, perlomeno per quello che risulta a me, che Antonio Conte non ha mai disconosciuto le sue origini e, soprattutto, non ha mai offeso la città di Lecce ed i leccesi. Anzi, quando è stato sollecitato in tal senso ha sempre speso parole di vicinanza alla sua terra (e persino all’US Lecce che lo ha lanciato). A dirla tutta, se c’è qualcuno al quale forse si dovrebbe, certamente si potrebbe, attribuire la qualifica di “rinnegato”, quello è Franco Causio. Uno che a Lecce non si è praticamente mai visto (se non quando si è venuto a fottere 500 milioni delle vecchie lire nella prima stagione di serie A dei giallorossi), nemmeno un occasionale fine settimana estivo presso qualche spiaggia salentina. Uno che nelle sue interviste da giocatore, da opinionista od in qualsiasi altra veste, non ha mai fatto il benché minimo riferimento al suo luogo natale ed in generale al suo essere leccese. Uno che si sente talmente non-leccese, da aver deciso di vivere stabilmente a fine carriera nientemeno ad Udine, città non solo geograficamente agli antipodi di Lecce, che evidentemente ritiene consona al suo essere (più precisamente al suo essere diventato). Potessi scegliere fra Antonio Conte e Franco Causio chi invitare una sera a cena per fare due chiacchiere, non avrei il minimo dubbio. |