Bottiglia, Baroni non sa gestire gli imprevisti, non sa dettare i cambi di spartito, visto che conosce un solo spartito. E questi sono i suoi limiti: arcinoti. Fiumi di inchiostro versati, pezzi di Paradiso e frammenti di Madonne staccati per le imprecazioni consumate, tonnellate di Pantorc assunte per la gioia delle Farmacie. Ma quello è il passato. Adesso a Baroni è richiesto di fare quello che sa fare: studiare le partite sulla lavagnetta, impostare la squadra, selezionare i più in forma e schierarli con il solito schema, adattandolo alle caratteristiche dell'avversario. Questo è quello che ci serve: non ci servono imprese, ci servono 5 punti, l'equivalente di una vittoria e due pareggi, forse 4, o, se più sfigati, 7. Non ci serve un Pirata dei Caraibi, ma un banale pescatore amatoriale su barchetta a motore sotto costa. Tutto questo a patto che tutti quanti noi ci si dia una bella regolata: una doccia fredda, un carico de bromuro, qualcosa che ci faccia spegnere questa fiammata di pessimismo cosmico. Cz, mancano 4 partite, con uno scontro diretto in casa e due confronti con squadre che non hanno niente da chiedere. Abbiamo 4 punti di vantaggio sul terzultimo posto. Questa è la realtà e lo Spezia firmerebbe per stare al posto nostro. E firmerebbe pure il Verona, che deve incontrare sì il Torino dell'amico Juric, ma anche il Milan, a Milano e l'Atalanta a Bergamo, giocando contro l'Empoli in casa: potrebbe fare 6 punti, ma ne potrebbe racimolare anche solo 2; e sta ancora sotto di noi di uno. Se ci spera la Cremonese, perché diavolo dovremmo disperare noi? Il mio vuol essere un invito a confrontarsi con i dati di realtà , che sono quelli che ho qui richiamato. Mi spiegate che senso ha, ora, buttarla in cacciata? L'allenatore non mbale - e posso essere d'accordo-, i giocatori idem - e su questo non concordo, anzi affermo da principio l'esatto opposto e molti di voi a febbraio si vedevano, con me, proiettati su altri ambiti -, Corvino un aterosclerotico fissato come un nonnetto qualsiasi - con la Primavera che sta dove sappiamo e i nostri protagonisti di un campionato che se fosse quello dello scorso anno li vedrebbe già salvi -, SSD un elegante galantuomo dai modi troppo urbani per gestire la crisi - con una squadra che appare forse troppo tesa, ma non lesina certo impegno. Quand'anche fosse vero il 25% delle affermazioni appena elencate, mi dite a che cz serve tirarle fuori ora? Serve solo a privarci dell'unica cosa che i nostri avversari e diretti inseguitori ci invidiano: la forza che ci deriva dal fatto di stare comunque sopra di loro nonostante i nostri rovesci, nonostante la nostra andatura si sia fatta più incerta. Perché se trasmettiamo panico, otterremo solo di infondere insicurezza e quindi di indebolire la nostra posizione di forza. Ripeto: l'unica cosa che ci manca è la sfuriata di De Picciotto, che, arrivata al momento giusto, non appese squadra e soci al muro, ma mise nel mirino noi, le nostre paturnie, il nostro dare per scontato ciò che non è e non sarà mai alle nostre latitudini, il non sentirsi parte di un disegno che richiede sacrificio e fede. E la fede non vacilla nel momento di massima sofferenza, ma si rafforza e si nutre della sofferenza e della privazione. Non siate increduli e gufate sugli avversari, non sulle nostre palle!
FORZA LECCE!!! |