Neanche un accenno al fatto che personaggi come Masiello e Caputo, che in una qualsiasi altra circostanza in Italia sarebbero stati interdetti dal proseguire a frequentare qualsiasi campo di gioco rettangolare, quadrato, triangolare o circolare che fosse e che al più sarebbero stati destinati dopo qualche mese di galera a rientrare nel contesto civile senza però più compiere attività collegate anche solo indirettamente alla pubblica amministrazione, continuino a giocare nei massimi campionati come se nulla fosse accaduto. Neanche un accenno al fatto che Izzo, altro esempio edificante di calciatore della massima serie, sia coinvolto in un procedimento penale per associazione a delinquere di stampo mafioso. Questa è la stampa sportiva italiana: la gran cassa mediatica che deve raccontare una storia autoconsolatoria. Quella per la quale, ad esempio, Tonali, un discreto centrocampista di serie B, ma niente de che - lo abbiamo visto, magrolino, in serie B nel Brescia: salvo poi diventare un carrarmatino nel Milan nel giro di 12 mesi, potenza dell'atletica, mica della Farmacia.. -, dovesse essere per forza il nuovo Pirlo, mentre Baschirotto ha dovuto penare in serie D per poi arrivare in A a 25 anni, con un fisico costruito in anni e anni di allenamento e di disciplina alimentare faticosa. Destino, quello di giungere in serie A non a 21-22 anni pur avendone le qualità, che il Baschirotto può dire di condividere con un altro giocatore giallorosso di qualche tempo fa, vale a dire Mancosu e con tanti altri che arrivano perdino ancora più tardi sul grande palcoscenico, perché il posto deve essere occupato da cariatidi imbolsite o da raccomandati o da pregiudicati. La realtà dice che siamo fuori dal Mondiale da due competizioni consecutive, che abbiamo vinto gli Europei in differita ed in versione itinerante (ma con cinque partite disputate in casa...pensa un po' il caso..) per una serie di fortunate coincidenze, che non ci affermiamo nelle competizioni continentali per club che contano, vincendo invece le Coppe del Nonno e solo grazie ad un allenatore che è antipatico ma vincente perché di mentalità aperta. Ma per la stampa italiana tutto deve essere messo a tacere, bisogna raccontare che va tutto bene. Poi arriva la realtà a presentare il conto: e il conto è che la Samp è una squadra di cessi, di ex scommettitori e di bravi calciatori di quasi 40 anni. Una squadra così, in un campionato vero di serie A, non potrebbe mai avere posto: grasso che cola se fosse ospitata in una serie C di metà classifica. E come la Samp, in serie A, ce ne sono altre 5 almeno: spacciate per formazioni competitive, quando le sole competizioni per cui potrebbero concorrere sarebbero le corse truccate dei cavalli de Mandrake. Questo primo campionato è stato una ventata di aria fresca, in mezzo a tanto tanfo che ancora resiste per colpa della stampa e di Mancini: il Napoli primo in classifica grazie a calciatori sconosciuti solo per chi non vuole conoscere, non vuole sforzarsi di trovare qualcosa di nuovo da conoscere e apprezzare, il Napoli che si è svecchiato senza cedere alla tentazione di invecchiarsi con Ronaldo, l'Udinese di altri illustri sconosciuti per chi pensa ancora che il calcio si sia fermato a Di Maria, il nostro Lecce fatto in scala con lo stesso approccio del Napoli, sono stati l'aria pura, l'ossigeno, depurato dall'eccesso di anidride carbonica e di gas putrefattivi infestanti, di cui il nostro calcio aveva bisogno. Per ora non danno cenno. Ma a gennaio, quando saremo settimi o ottavi, avremo lo spazio che meriteremmo già ora di avere e che non ci viene concesso perché occorre ancora raccontare in giro che Caputo, una persona che per rientrare nella società civile in un Paese normale avrebbe dovuto fare quanto meno 5 anni di lavori socialmente utili, sarebbe un attaccante di serie A, nientepopodimeno. Caputo Sakic!
FORZA LECCE!!! |